11 Luglio 2011

Ti aspetto

By Aria

Oggi un post senza ricetta, e dopo un post felice, forse questo vi sembrerà un pò triste. Ma sarà altrettanto pieno d’amore, prometto.

Di lei qui ho già parlato, e anche di quel maledetto giorno.
Ormai queste pagine hanno preso quasi il posto del mio Diario, e sento che se oggi non scrivessi quello che mi sento dentro, questo nodo in gola non potrebbe sciogliersi almeno un pò.

C’era lo stesso caldo torrido quell’11 Luglio, di oggi, ma vent’anni fa.

Fa effetto dire vent’anni, sembra una vita. Eppure, credetemi, a me sembra ieri.

Avevo solo 12 anni e la mia testa forse non comprendeva del tutto.

Il cuore, si, quello aveva intuito.

Non ci vedevamo dal 29 Maggio quando, di ritorno a scuola, scoprii che non era più nella sua stanza da letto, era dovuta andare in Ospedale, così, di fretta, senza salutarmi.

43 giorni senza vederci, eppure non li ricordo pieni di difficoltà, anzi. Li ricordo pieni di lei.

La nostra telefonata serale, un appuntamento.

Rideva del mio fidanzatino. Mi aveva promesso che se nel week l’avessero dimessa mi avrebbe accompagnato a comprarmi dei vestiti nuovi.
E non credo l’avesse detto per dire, anzi. Tutti lo credevano. Tutti l’aspettavano.

Però, quel pomeriggio, al mare con mia nonna e le mie cugine, il mio orologio si fermò. E io mi sentivo svenire. Svanire. Non avevo più voglia di stare in spiaggia, stavo male.

Mi riportarono in albergo.
Quella notte non riuscii a dormire – avevo paura dei fantasmi – dicevo a tutti

La mattina mi svegliarono di soprassalto – Dai, ti sono venuti a prendere –

Quando vidi mio zio pensai che mi stava riportando a casa da lei, era senz’altro una sorpresa.
Ma nessuno parlava, e la macchina andava a gran velocità.

Allora lo chiesi io, quasi sorridendo

– Dov’è la mamma? Come sta?-

– Sta bene adesso…- mi rispose una voce rotta dalle lacrime – perchè ora è…è in Cielo-

In quel momento il mio mondo vacillò. Tutto si oscurò. Tutto.

Ricordo che non mi venne nemmeno da piangere, eppure dentro me la mia voce urlava senza trovare fiato.

Mi vedevo dall’alto.

Una striscia azzurra sopra, una bianca in mezzo, e un’altra striscia azzurra sotto.

Io mi vedevo camminare sola nel nulla nel bianco, tutta luce.

Ho sempre pensato che sotto e sopra dovevano essere cielo, uguali, quello che è sotto uguale alla bellezza del cielo che vedevo sopra.

Quell’immagine durò tutto il Viaggio.
Tante volte mi chiesi perchè non ebbi il coraggio di aprire la portiera, gettarmi fuori, non lo so.
Sentivo solo di camminare in una luce in cui ero da sola.

Poi incominciò una nuova vita, atroce, crudele, vuota senza di lei. Un tunnel dove ho visto la luce solo dopo tanti anni, quando ho potuto sentire nuovamente cosa significava essere amati come deve avarmi amato lei.

Ora che ho due figli lo comprendo. Ma prima di quel momento soffrivo quasi senza nemmeno capire quanto potesse aver sofferto lei.

Forse vi sembrerò pazza, ma ho creduto per anni che si trattasse di uno scherzo, a volte l’ho odiata per essersene andata senza portarmi via con lei. Un brutto scherzo, ecco cosa doveva essere. Altre volte ho pensato non potesse tornare.
Ero un’adolescente travolta dal suo destino.

Ho richiamato di nascosto in Ospedale, ho creduto di vederla nascondersi in posti a me noti e in cui sono tornata per cercarla. Poi, il tempo mi ha aiutata.
A sentire meno dolore, forse. Ma non a dimenticare.

Mia madre era tutta la mia vita. Io che ero già senza un padre, io che avevo solo 15 anni in meno di lei.

Vent’anni potrebbero essere spazzati via in un soffio.

Se oggi la rivedessi, non vorrei sapere niente. Sarebbe tutto come allora. La vorrei solo stringere forte. E poi vorrei che stringesse a sè Gioele e Anais. Che li sentisse ridere. Che li vedesse giocare e dormire.

Credo che un giorno ci rincontreremo, perchè sento la sua presenza ovunque.

Sono certa che lei mi ha condotto fin qui, ad un’altra vita che oggi rende più leggero questo peso nell’anima.

Altre volte mi dico che è impossibile, perchè dovremmo ritrovarci proprio noi?

Ma, se così fosse, le vorrei dire oggi io versi di questa delicata, quasi infantile poesia (non mia, purtroppo non ne conosco l’autore)…perchè si faccia sempre riconoscere e trovare, così, come ha fatto finora.

Un giorno
ci ritroveremo
e tu forse
sarai farfalla
o fiore
o altra cosa
ed io forse
un acchiappafarfalle
un raccoglifiore
o altra cosa
ma ti prego
fa’ in modo
che quel giorno
io ti possa riconoscere

Ti aspetto mamma, non deludermi. So che ci sei. Il tempo passa, ma non ti porta via da me.