5 Giugno 2012

Strozzapreti con asparagi e crema di brie…

By Aria
Il punto della terra in cui da sempre abito è un punto su una linea retta che divide la terra dal cielo.
Il nostro cielo è difficilmente di colore azzurro, 
spesso, anzi spessissimo, ha il colore della nebbia. D’estate e d’inverno.
No, non grigio: il colore della nebbia è il colore della nebbia, quel velo fumoso che tutto nasconde salendo dalle zolle e che a noi padani non fa paura, rendendoci nostalgici.
La nostra terra cambia sempre colore:
 verde in Primavera, punterellata dei fiori dei peschi e dei meli; d’oro d’estate, incendiata dal grano, 
bruna d’autunno quando generosa accoglie il seme dal contandino e 
bianca d’inverno, quando la coltre di neve attutisce ogni rumore e la galaverna ingabbia ogni cosa nella sua ragnatela di cristallo regalandoci il silenzio.
Ma sempre, da questa terra che incontra il cielo colore della nebbia, si vede oltre…
Si vedono i campanili delle frazioni vicino, ora pericolanti e semidistrutti, si vedono le torri che ora sono crollate, si vedono i fienili sgretolati costruiti dai nostri nonni e i  loro”baloni” di paglia o erba medica, 
e si vede….il cerchio rosa.
Il cerchio rosa è quell’alone di bellezza che si posa all’orizzonte all’imbrunire, tutto intorno a noi, avvolgendoci dolcemente mentre andiamo in macchina, ad esempio…
Se si è attenti e sensibili alla bellezza del creato lo si può vedere scivolarci sulle spalle nelle sere come questa, d’inizio estate, quelle sere in cui l’odore del caprifoglio è così forte da riempire le narici.
Il cerchio rosa attutisce la stanchezza, l’amarezza, il senso di sfiducia e d’impotenza.
E’ la meraviglia della luce che ci rende migliori.
Io lo vedevo sempre quando guidavo verso Finale Emilia, 
per me una piccola Parigi, fatta di gente operosa e orgogliosa di quello che ha ( e che aveva)
Ci sono tornata una sola volta, dal terremoto
 
non ne ho più avuto il coraggio vedendola colpita al cuore .
Di Finale io amavo ogni angolo, anche se non ci sono nata.
Ci ho però ascoltato concerti di amici nei giardini e al Lato B, ci ho cantato ai concerti del Primo Maggio, ci ho ascoltato i concerti allo “Zoo”, ci ho comprato i bomboloni e i cornetti ripieni all’una di notte, ci ho trascorso serate speciali ritrovandomi vestita da Estense, ci ho trascorso momenti rubati alla notte nei deliziosi vicoli assieme al mio amore di ragazzina, diventato ora mio marito, che da sempre vi lavora…
Finale, sei impressa nella mia anima come un sigillo, come una canzone di David. 
 Fragil Vida che non siamo altro.
Ma il cerchio rosa non ti abbandonerà. Sempre, ti renderà più bella. 
Perchè tu risorgerai, anche senza il castello o la torre dell’orologio. 
E noi che ti abbiamo amata ti porteremo nel cuore.
Come eri e come sarai.

Ingredienti
1 mazzetto di asparagi
80 gr di brie
50 gr di panna fresca
ricotta salata Caseificio Spadi
brodo vegetale
sale q.b
250 gr di strozzapreti all’uovo
Procedimento
Si trovano ancora gli asparagi, forse gli ultimissimi…
Li ho preparati tagliandoli a tocchetti dopo averli puliti, rosolati in un filo d’olio in padella e cotti con brodo vegetale, aggiustando di sale.
La pasta all’uovo si cuoce velocemente, quindi va buttata in acqua salata soltanto quando gli asparagi sono ormai cotti, basterà una decina di minuti per tenerli croccanti!
In un’altra padella ho fuso il brie con la panna fresca, mescolando attentamente e allungando con poca acqua di cottura.
Ho lessato la pasta e condito con il formaggio, in ultimo ho aggiunto gli asparagi…e una grattata di ricotta salata, che bontà!