20 Agosto 2012

Maionese homemade all’olio d’oliva…e perchè la chiamammo Anais.

By Aria

 Il compleanno della mia piccola si avvicina e fervono i preparativi…per la festa con le amichette che si terrà nel pomeriggio di mercoledi, e per la cena con tutti i nonni e bisnonni (più bisnonni che nonni, a dire la verità…ma bisnonni in gamba eh!!!?)  che faremo alla sera. In questa settimana di “stacco” dal lavoro non abbiamo fatto altro che lustrare la casa (ce n’era davvero bisogno, quanto arretrato con 2 piccole pesti…abbiamo riverniciato i muri perchè c’erano le impronte delle manine di Gioele per tutta la casa!) e avvantaggiarci con i preparativi.
Anais mi ha chiesto una festa a tema di colore rosa e lilla…il suo colore preferito…forse a forza di vederlo: ancora prima che nascesse le avevo comprato tutto il corredino di quelle bellissime sfumature glicine che mi hanno accompaganto durante la Primavera mentre ero in attesa e me ne vagavo da un negozio a un mercato con il mio pancione in crescita a pensare solo al suo arrivo
...che tempi magici e meravigliosi, non senza difficoltà!
Le mie giornate si altalenavano tra luuunghi momenti d’ozio in cui crollavo letteralmente sul divano ( anche dopo colazione, dopo pranzo, alle 9 di sera sul divano!!!) e momenti in cui mi sentivo invincibile con questo bellissimo pancione e facevo concerti, andavo ad ascoltarli,  sentendo una forza disumana dentro me.
Che gioia, quel 23 dicembre, quando scoprii di essere incinta…ho cantato tutto il giorno e rifatto il test 3 volte per credere che fosse vero!
Era il primo anno nella nostra casetta nuova, solo 7 mesi che eravamo sposati, sognavo che durante il pranzo natalizio mi sarei alzata in piedi con Diego e avrei annunciato il lieto evento a tutti, stile Ultimo Bacio….invece, complice la febbre a 38, quando la Vigilia mi feci vedere al pronto soccorso ginecologico, mi toccò un’ecografia in seguito alla quale trascorsi i 20 minuti più brutti della mia vita.
Pranzo, Natale e Capodanno saltati, e questo era il meno…
Signora, qui c’è solo l’ormone che gira, in compenso lei non sa cosa c’è nella sua pancia? Una bolla nera di 10 cm, si accomodi, la ricoveremo d’urgenza…-
Il resto, è storia: tutte le feste natalizie trascorse in un reparto semivuoto dell’ospedale sognando i tortellini volare, in perfetto stato di salute apparente e con la sola nausea mattutina al sentire l’odore di caffè in reparto, ma alla ricerca disperata di capire insieme ai medici cosa c’era in quella pancia che avrebbe dovuto farmi un male terribile, che avrebbe dovuto impedire a me di riuscire a rimanere gravida e ad Anais di attaccarsi, di crescere, quindi di nascere….
Leggevo Lettera ad un bambino mai nato di Oriana Fallaci, per la seconda volta nella mia vita e dando ad esso tutto un altro significato, e sentivo che il mio bambino sarebbe nato, altrochè lo chiedevo disperatamente a mia mamma lassù…

ero però circondata da donne che purtroppo abortivano alla 3, 4, anche 9 settimana e toccavo con mano quanto fosse difficile portare a termine una gravidanza. Mai l’avrei detto. E non sapevo nemmeno quanto fosse difficile anche concepire. Due volte su due per me non c’è stata via di scampo in questo, fortunatamente!
Però quando è la festa della mamma il mio pensiero va prima di tutto a tutte quelle donne che vorrebbero esserlo…e ancora non ce la fanno.

Ho firmato un foglio, dove mi assumevo la consapevolezza dell’alto rischio di aborto che l’operazione imminente avrebbe procurato.
Sebbene io sia una paurosa indicibile e avessi il terrore dell’anestesia e dell’operazione che era anche la prima in assoluto in tutta la mia vita, quando vennero a prendermi scrissi solo qualche riga nel mio Diario e guardai negli occhi il mio amore: ce la faremo, prega per noi…
Quando mi sono svegliata, ricordo tra i brividi di freddo la voce del mio anestesista che come un angelo mi aveva guidata e che ora mi diceva: è tutto a posto, ci siete tutti e due… Poi il bacio di Diego, e il pianto, a dirotto prima di rimettere i farmaci….era il 18 Gennaio 2008
Che era una bambina, l’ho saputo il 6 marzo, ma in fondo me lo ero sempre sentita.
Quell’essere nato tra mille avversità nella mia pancia mi aveva salvato da un’endometriosi grande come un melone (più di un litro di liquido) che, se non fossi rimasta incinta e non me ne fossi accorta e fosse dunque scoppiata beh…avrebbe fatto dei grossi danni!
Invece Anais era lì, sopravvissuta ad un taglio proprio a fianco a lei, all’anestesia parziale e poi totale perchè ero agitata, agli antibiotici, alle cure, a tutto...poteva essere solo un angelo mandato dalla mia mamma.
Mi sono sottoposta a controlli ogni 2 settimane e anche ad una funicolocentesi d’urgenza, alla 22 settimana, poichè si erano presentate delle complicanze.
Ricordo che mentre l’ago di 20 cm scendeva nella mia pancia e la dottoressa tardava a prelevare dal cordone perchè attorcigliato ad una gamba io l’ho chiamata per la prima volta: dai, Anais, lascia fare, fidati di me…
in quel momento mi disse la Dottoressa di essere finalmente riuscita.
Ricordo ancora quante lacrime ho versato quando l’infermiera mi venne incontro con la riposta dicendomi, sottovoce: è tutto a posto….
Ho voluto aprire la carta e leggermela una decina di volte per convincermene….era una settimana che ero ferma a letto mentre fuori pioveva, e quel giorno tutto intorno era sole.
Anais. Abbiamo scelto questo nome insieme, sul divano.
Era Marzo, sapevamo che era una bambina, quindi tutti i nomi maschili erano automaticamente esclusi.
Restavano Lavinia e Frida, come la volevo chiamare io e Maira o Maia, come la voleva chiamare il papà.
– Insomma, Diego, dobbiamo deciderci…io ho bisogno di chiamarla con il suo nome- Se la chiamiamo Maia sarà l’ape Maia per sempre, anche se è un bel nome…-
– Idem per Lavinia, per tutti gli amichetti sarà lavagna…-
-Mmmmm- la discussione normalmente terminava qui, sempre i soliti argomenti.
E se la chiamassimo Anais? La Nin ti ha cambiato la vita e in un certo senso anche a me, visto che per trovare i suoi Diari ho girato come un matto ;-)….-
Era vero, da quando avevo scoperto la Nin la mia voglia di proseguire il Diario che scrivevo da bambina, quello che per la prima volta mi aveva regalato proprio mia mamma, era diventata quasi una missione.
Quanti bei Diari da riempire comprati in giro in ogni dove…l’ultimo a Venezia, visto insieme in una vecchia bottega…
una domenica mattina Diego si era alzato presto e non mi aveva detto dove andava. Nel primo pomeriggio, al ritorno, mi aveva dato il pacchettino spiegandomi che era andato a Venezia solo, perdendosi tra le calli, alla ricerca di quella bottega uguale a tante altre ma diversa, per quel diario così particolare…che in quel momento era tra le mie mani e che ora è pieno di noi.
La verità, il mio amore per la verità, per quella verità che vorrei i miei figli conoscessero….la verità che a me era stata nascosta…quanta fatica per raggiungerla…
-Si, la chiameremo Anais-
Senza ragionare, ma solo attraverso il sentimento, avevamo scelto il nome più difficile di tutti….ma era il nome che legava la nostra storia….ad una storia che sarebbe cresciuta e della quale Anais sarebbe stata un’importante protagonista.
Anais è nata alle 11.43 del 22 agosto 2008, con parto naturale, dopo una notte di dolori nella vasca da bagno di quella sala travaglio che per me era un posto ormai conosciuto.
Ora però toccava a me, in piedi vicino ad un lettino senza sentire il bisogno di spingere e in preda ad una paura immane: a due minuti dal parto, quando ormai dicevano che si vedeva la testolina, supplicavo l’ostetrica che mi facessero un cesareo perchè avevo paura di spingere….che ridere a pensarci…e che panico quando mi disserò che non si poteva proprio, e avremmo provato a spingere sulla fatidica poltrona.
Fu una bella idea: 2 spinte e venne fuori davvero, una bambina vera.
Anche se io non sapevo come spingere e le ostetriche e mi dissero: urla!
ah, ok, quello lo so fare.
Fu così che la sentii uscire da me, in mezzo ad un calore immenso e senza sentire dolore,
al contrario di quel che mi aspettavo.
La guardai in quel viso perfetto che avevo così faticosamente cercato di immaginare senza risultato.

Che soddisfazione quando sul braccialettino scrissero il suo nome!!!!

Quando l’ho avuta tra le braccia la prima volta, restando per ore sola con lei in una corsia della sala parto in attesa che un letto si liberasse…mi è sembrato di essere mamma da sempre.
Tutti i dubbi si sono dipanati in un attimo, (altererà il mio equililibrio? quello di me e mio marito insieme? mi starà simpatica ;-)?) lasciando posto all’AMORE, quello che da quel terribile 11 Luglio 1991 stavo disperatamente ricercando dentro me.
2 frasi in particolare ricordo nitidamente di quei giorni dentro me: 
Come hai fatto a fare una cosa così bella?” 
mi aveva domandato Elisa,
 e io proprio non sapevo darmi la risposta….più òa guardavo e più me lo chiedevo.
e…” Vedrete, da oggi in poi saranno solo cose belle” 
di un amico anche non troppo stretto. 
Quelle parole mi hanno dato un grande senso di fiducia, anche se ne indagavo il senso.
In quel momento, non capivo esattamente quanto di vero fosse dentro a quelle parole. 
Ora lo so, grazie Anais. Grazie, mamma.
Dopo 4 giorni dovretti chiamare l’ospedale per un controllo e ricordo come fosse oggi quanto orgoglio nel dire, a chi mi rispose, “Sono la mamma di Anais”
mi sentivo l’unica mamma sulla terra, che esaltata! 
ma erano giorni così nuovi, intensi, ridondanti di emozioni…
Io mi sentivo azzerrata, un’adrenalina come avessi scalato l’Everest, ricaricata come se tutto il negativo dentro me, del mio passato, fosse scomparso per lasciare posto a queste emozioni vorticose e incontenibili!
Ricordo tutto, come fosse ieri: la prima volta che sono restata a casa sola con lei e non riuscivo a fare altro che fissarla, quella in cui per la prima volta la caricai sull’ovetto e via in macchina ai 30 all’ora sentendomi la persona più ricca sulla faccia della terra, tutto…aveva 4 giorni…e ora quasi 4 anni.
Com’è possibile che siano volati?
No, proprio volati no…tanti pianti, miei e suoi per le coliche, per le notti insonni, per i capricci…
Anais non è stata e non è tuttora una bambina facile. Ma d’altronde, con un nome così….
ahaha, a parte gli scherzi, credo non siamo state le uniche.
Vi ho scritto questa storia perchè immagino possiate anche voi, a tratti, ritrovarvi.
E’ la stessa ragione per cui scrivo un Diario.
 Vi riporto, per finire, una frase per me molto vera, di Marianne Neifer

“Se non avessi avuto figli, avrei probabilmente avuto più soldi e più beni materiali.
Avrei
visitato più posti, avrei dormito di più e avrei avuto più cura di me
stessa. La mia vita sarebbe stata più noiosa e prevedibile. Ma poichè
sono madre, ho riso più forte e pianto più spesso.

Ho avuto
più preoccupazioni e tanta più fretta. Ho dormito meno ma in qualche
modo mi sono divertita di più. Ho imparato e sono cresciuta di più.

Il
mio cuore ha sofferto di più e ho amato più di quanto avessi mai potuto
immaginare. Ho dato di più di me stessa ma ho ricavato più senso dalla
vita”.

Forse la vita non è noiosa nemmeno senza figli, dico io, se la si sa vivere pienamente, io certo trovo che conoscere Anais e Gioele sia stata la cosa più bella della mia vita.
Volevo diventare mamma da quando ero piccola.
Alcune donne non lo desiderano, altre lo desiderano ma non riescono…e forse un giorno, spero per loro, riusciranno…
Ma questo post è per dire che tutto, tutto…viene al momento giusto.
Chi vuole intendere, intenda…. 


grazie, se siete arrivate fino a qui.
la vostra sdolcinata Francesca Aria, 
che non riesce a tenersi dentro la vita che scorre a fiumi dentro sè

 Ricetta semplice, dopo tante parole, oggi. Vista dalla bravissima Laura e rifatta per chi è LTP allergico, come me.
Ho provato la prima volta con un uovo, ho dovuto buttarla, purtroppo. Con 2 tuorli, è andato tutto bene. Ho sostituito anche il limone con aceto, ma se non avete problemi con il limone potete usarne il succo, sarà forse migliore. E’ molto buona, ugualmente.
Userò questa maionese per diversi stuzzichine e ricette che vi proporrò, ma ci sta benone anche sul vitello tonnato, che ho preparato l’anno scorso e che d’estate è un must. Qui la ricetta.
 Ingredienti
200 gr di olio d’oliva (per e Dante, non extra)
2 tuorli freschissimi
15 ml di aceto bianco (o limone)
sale
 Preparazione: Unite tutti gli
ingredienti in un contenitore per mixer ad immersione, fate attenzione
che i tuorli restino interi). Immergete delicatamente il mixer fino a
toccare il fondo del contenitore, quindi azionatelo senza muoverlo fino a
quando sul fondo non si formerà una crema chiara della consistenza
della maionese (5 secondi), a questo punto muovere piano il mixer,
sempre in funzione verso l’alto e poi verso il basso un paio di volte
(altri 5-8 secondi)… ed ecco la vostra maionese! Otterrete circa 300
ml di maionese fresca e genuina. Potete consumarla subito o conservarla
in frigo chiusa in un barattolo (io nella cocottin ale Creuset…lilla!!!) per 3 giorni, ma vi garantisco che
sparisce prima!

L’olio d’oliva dà un sapore più forte rispetto a quello di semi (che potete usare se non siete allergici) ma gli conferisce anche un aroma davvero piacevole…certo, non quello industriale, ma a noi è piaciuto ancora di più per questo, io ve la consiglio!