27 Settembre 2012

La Torta Pasqualina: quella vera!

By Aria

 
Ogni inizio mese mi preoccupo perchè da ormai un anno e mezzo, quindi da quando ho attivato la mia partecipazione all’MT Challenge di Menù Turistico, so di per certo che chi vince la sfida è qualcuno che sa cucinare e anche bene, e che propone poi a noi una delle sue ricette forti.
Devo ammettere che, anche davanti all’MT Challenge io reagisco allo stesso modo con cui reagisco alle sfide della vita vera: prima con un senso di avvilimento nel non credermi capace di superarle, poi con quello slancio di esaltazione che arriva in seconda battuta e che ogni volta mi spinge a superare me stessa.
Quando, come questa volta, mi sottovaluto maggiormente, succede che partecipo proprio alla fine del mese, pentendomene amaramente perchè sono invece tante le variazioni che proporrei adesso, e che certo proporrò in futuro sulla mia tavola, a dimostrazione che senza MT Challenge ora non saprei preparare il gelato in casa, fare un ottimo Danubio salato, o creare una meraviglia culinaria come questa torta salata, tanto per fare alcuni esempi.
Alla fine, la sfida dalla quale parto quasi la dimentico, ogni volta è una sfida con me stessa e fino ad oggi…una sfida che ha vinto la parte più combattiva di me!
Basta chiacchere, Pasqualina sia!
La ricetta è di Vitto

Pasta: Impastare 300 gr di farina “0” (meglio manitoba regge meglio
quando si tira sottile) con sale, 30 gr di olio, ½ bicchiere di vino
bianco secco e circa ½ bicchiere di acqua bastante per una pasta morbida
(circa 150 gr di liquidi), ma non appiccicosa. Dividere in 5 palline e
fare riposare coperta almeno 1 ora, meglio 2.
Stendete una pallina in una sfoglia sottile e foderate il fondo e le
pareti di una teglia tonda (diametro 22-24) unta d’olio, (io ho usato lo stanpo BLOOM Pavoni),  facendola un
poco debordare (ungete anche il bordo della teglia altrimenti la pasta
si strapperà quando dovrete arrotolarla) Ungete la pasta di olio con il
pennello, stendete la seconda sfoglia.

A questo punto va versato sopra il ripieno, così preparato:

Pulite 1,2 kg di bietole, togliendo quasi tutta la parte del gambo,
tagliatele a striscette e saltatele in padella con olio e.v.o.
maggiorana e cipolla tritata. Deve asciugarsi bene l’umidità. Lasciare
raffreddare.

In una ciotola lavorate 250 gr di “prescinseua” genovese con 50 gr
circa di parmigiano grattugiato, un pizzicone di maggiorana, sale e
pepe.

La mia unica variazione, non avendo questo formaggio, è stata amalgamare 200 gr di ricotta con 100 gr di vellutata di bufala, La Tramontina, una crema di ricotta di bufala davvero speciale!
Versate prima le bietole, sopra il composto di formaggio.
 Poi con il dorso di un cucchiaio fate 3 o 4 incavi a distanza regolare e
in ognuno rompete un uovo; salate e pepate e versate un filino d’olio
su ognuno. Le altre 3 sfoglie devono essere tirate sottilissime e non
devono assolutamente avere buchi; io le tiro prima con il matterello e
poi mi aiuto allargando la sfoglia con i pugni infarinati e ruotandola
(non è facile farlo senza bucare la sfoglia).
Tirare la prima delle tre sfoglie e coprire il ripieno facendo debordare
la sfoglia di lato. Ungere bene la superficie con un pennello o con le
dita delicatamente (sotto ci sono le uova intere!!!). Appoggiare la
seconda sfoglia, ungere bene, appoggiare al bordo una cannuccia per
soffiare aria fra uno strato e l’altro di pasta del coperchio,
appoggiare l’ultima sfoglia e ungete anche questa molto bene. A questo
punto arrotolare il bordo a cordoncino (se è troppo tagliarne una parte
con le forbici).
Quando è ben gonfia come un palloncino togliete rapidissime la cannuccia e sigillate l’apertura.
Infornare a 180° per 40-50 minuti o fino a doratura della pasta.
Appena tolta dal forno spennellate delicatissimamente di olio. ( Io ho preferito non ungerla)
 Raffreddandosi la pasta si ammorbidirà e, se l’avrete fatta abbastanza
sottile, scenderà come un velo!
Garantisco sulla bontà di questa torta, sulla perfezione di questa pasta, 
e sento di condividere il consiglio di Vitto:

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