5 Febbraio 2013

Ciambelline fritte

By Aria

Buon Lunedi, come state?

Io bene…

ho trascorso un bel week end, all’insegna della poesia….ieri nella nostra Biblioteca sono state lette diverse  poesie scritte da una poetessa mia concittadina prematuramente scomparsa.
La nostra Biblioteca porta con orgoglio il suo nome: Lorenza Meletti.

Magari vi lascio una sua poesia in fondo alla pagina, quella che ieri ho sentito più vicina a me.

Sono tornata a casa che anche le mie poesie tornavano a ronzarmi all’orecchio.
Ne ho sempre scritte, fin da quando ero piccola, e ho vinto parecchi concorsi letterari fin dalle scuole elementari soltanto perchè la mia maestra le andava abrecuperare dal cestino
quando noi uscivamo da scuola.
Mi ha sempre incoraggiato, fino agli anni dell’Università.

Poi ho un pò abbandonato questo tipo di scrittura, ma non tutta la scrittura, assolutamente no.
Il mio Diario è sempre sul comodino, insieme a quelli di Anais Nin.

Però chissà….la poesia quando vuole uscire dall’anima non accetta regole e, nel caso, si farà sentire…
Come diceva questa poetessa, la poesia è un fastidio all’orecchio.

Si, certo, per chi deve scrivere è quel fastidio quell’urgenza che non ti abbandona….
fino a divenire un gran piacere per chi la legge.
Ma forse è vero anche il contrario.

Io, in questo momento della mia vita, amo alla follia le poesie di Ted Hughes per Sylvia Plath (Lettere di compleanno), sento il bisogno di leggerle spesso, ma amo ugualmente le poesie della stessa Sylvia, ho amato Rimbaud e Baudelaire, tra gli italiani Montale, e non solo…
 ….voi?

Cambiando discorso….fervono preparativi della festa per il mio bimbo, che cerco di gestire nei ritagli di tempo…quindi passo subito alla ricetta di oggi, (da pubblicare in fretta a grande richiesta per altri golosoni 😉 che l’hanno vista sul mio gruppo facebook), per me immancabile in questo periodo ogni anno!

A me non dispiace friggere, perchè amo molto i dolci fritti…purtoppo fuori casa non posso concedermi nulla tutto questo perchè posso mangiare solamente ciò che viene fritto in olio d’oliva…
ecco, tutti i dolci che vedrete su questi schermi sono fritti in olio d’oliva….
e devo dire che non si sente affatto!

Questa ricetta proviene da una vecchia rivista ed è abbastanza datata, ci sono affezionata perchè riesce sempre bene!

Credo che nel mondo ci siano infinite versioni delle ciambelle fritte, anche io ho un’altra versione di ciambelle con l’aggiunta di patate che ogni tanto rispolvero…

Però ho notato che in quella versione le mie ciambelline assorbono molto olio, al contrario di queste…che sono piuttosto soffici e davvero deliziose, provatele!

e voi? avete una ricetta speciale delle ciambelline da darmi?

Ingredienti 
per venti ciambelline della grandezza di un bicchiere!
500 gr di farina 00
50 gr di burro
40 gr di zucchero semolato
150 gr di acqua
2 uova
semi di vaniglia
6 gr di lievito di birra secco
1 pizzico di sale

Nella ciotola dell’impastatrice unite la farina, lo zucchero, il burro, il lievito, la vaniglia e le uova. Aggiungete a poco a poco l’acqua, iniziate ad impastare e quando il composto si sarà amalgamato mettere il sale.
Dovete ottenere un impasto omogeneo, che andrete a stendere direttamente sulla carta da forno allo spessore di circa mezzo cm.
A questo punto, con un bicchiere, titagliate tanti cerchi e, con il tappo di una bottiglia di plastica, ricavate il buco centrale.
Io impasto anche i ritagli, fino a finire tutto l’impasto.
Sistemare le ciambelline ben distanziate e mettele a lievitare in forno con la lucina accesa per circa 3 ore.
 Quando saranno lievitate scaldate in un wok (per me Kit-zen)  abbondante olio d’oliva e, una volta che l’olio è caldo, immergetevi le ciambelline. Io uso questo trucco: taglio la carta da forno con le forbici e verso la ciambellina con la cart nella pentola, dopo pochissimo la carta si stacca e quindi non avrete bisogno di toccare la ciambellina con le mani con il rischio di sgonfiarla.
Fate cuocere bene le ciambelline da una parte e dall’altra, poi scolatele posizionandole su carta assorbente e infine passare nello zucchero semolato.
Gustatele ancora tiepide, sono buonissime!

Una giornata

Riporre in un armadio
gli abiti che nessuno porta più
– troppo vissuti per buttarli via-
appendere ad un chiodo
il quadro finalmente incorniciato
gettare in fondo – in fondo – al baule vecchio
guinzaglio e museruola perchè il cane….
decidersi a piegare delicatamente le preziose ragnatele
sparse per casa da una zia zitella
in cinquant’anni di giornate lunghe
cercare per le stanze
tutte le cartoline coi saluti
e aggiungerle alle altre nella scatola
e così sia per i bottoni
scompagnati, per gli orecchini falsi,
le pagelle, il costume da pierrot,
i romanzi perbene: ad ogni cosa
giunge il momento di trovare un angolo.
Vivere in fondo non è che archiviare.