6 Febbraio 2013

E’ il nostro compleanno: voglia di fragola!

By Aria

Durante le vacanze natalizie mi sono concessa lunghi bagni nella vasca, con tanto di candele accese e bolle profumate di muschio bianco.
Mi sono stesa nella vasca e mi sono ricordata di quante volte l’ho fatto quando ero incinta di lui, e mi sentivo così ingombrante alla fine!
Quella pancia che cresce e che, ad un certo punto, diventa faticosa da portare e un giorno se ne va molto più in fretta di quando è venuta, con la sua linea negra al seguito, che sparisce lentamente, lasciandoci quasi amputati di qualcosa.
Forse ci sentiamo per un attimo più leggere, ma poi…poi ci manca.
Guardiamo la nostra creatura allungarsi e farsi spazio nel mondo e ci viene anche da domandarci se ci siamo perse qualcosa:
nella frenesia di tutti i giorni, nel nostro amore esponenziale, nel vortice di tempo che sembra riscucchiarci…
ma davvero tu stavi nella mia pancia?
Oh, sì, il ricordo è netto di quei calci birichini ma….come hai fatto a diventare così grande, già?
Eri parte di me, ora sei una personcina minuscola che sa il fatto suo!

Gioele…
E’ arrivato di sorpresa, come un dono speciale.
Chissà quando è arrivato…. la data presunta parto era  stata definita sommariamente nella prima quindicina di Febbraio.
Ci ha lasciato tutti a bocca aperta,
fra tante domande e una sola risposta che è venuta dopo, con lui: l’amore.
E’cresciuto
nella mia pancia silenziosamente, favorendomi nel mio lavoro e nel mio
essere una madre sbocciata da poco con Anais; quasi non mi sono accorta
della sua presenza se non quando avevo bisogno della sua compagnia.

Quell’Inverno
avevo organizzato una rassegna teatrale e tutte le volte che uscivo di
casa per andare agli spettacoli o c’era una gran nebbia o la bufera di
neve.
Io, però, partivo allegra comunque, portandomi dietro il mio
pancione ormai sull’orlo di un’esplosione e, mentre percorrevo la strada buia,
con la mia macchina, non mi sentivo sola come succede solitamente, e persa nella nebbia, 
mi sentivo forte, mi sentivo
invincibile, come ogni donna che porta in grembo la sua creatura.
La
settimana precedente l’ultimo spettacolo eravamo stati a cena in un
ristorante dove andiamo spesso. Appena entrata mi aveva fatto
l’occhiolino una torta ricoperta di fragole…
fragole a Febbraio…che
voglia pazzerella!
 Ho cenato facendo finta di nulla, bramando il
momento in cui la cameriera sarebbe venuta a prendere l’ordinazione del
dolce e….non avevo certo messo in conto che la risposta sarebbe stata
 “Signora, ci è stata commissionata per un compleanno, è riservata a quel
tavolo!”


“Compleanno?…Senta, io compio gli anni la prossima settimana…
se volessi anche io quella torta, me la fareste?”

beh, se troviamo le fragole sì”.

E le fragole furono trovate.
Tutto
era pronto, anche l’appuntamento dal parrucchiere: in quei giorni
mi era arrivata per posta una promozione speciale per farmi la piega
gratis il giorno del mio compleanno. 
Ne avevo anche bisogno! Era anche
Sabato!
Certo, tutto pronto per domani. Era il mio giorno.
Venerdi sera: ultimo spettacolo in rassegna.
Quanta gente a vederlo: appena sono arrivata è stato chiaro che le sedie in sala non sarebbero mai state abbastanza.
Avanti, indietro, una e poi un’altra…quante sedie ho spostato…ma quanto ridere, che bella serata!
Sono tornata a casa davvero serena.
E mi sono addormentata subito, era mezzanotte da poco passata.

Alle 4.00 mi ha svegliata un botto. Fuori o dentro di me? 
Non l’avevo mica capito e mi sono seduta sul letto un pò incredula.
Secondo botto e…si, dentro si me…mi si erano proprio rotte le acque.
– Dai, Diego svegliati…è meglio che andiamo all’ospedale –
e
mentre cercavo di capire cosa mi sarei messa durante il tragitto, e
decidevo che sarei rimasta in pigiama – pensavo a come svegliare la
piccola Anais senza traumatizzarla e pensavo di chiedere aiuto a mio
marito che…che…non credevo ai miei occhi…
si stava dando il gel in
bagno come se si stesse preparando per andare a un cocktail!
-Diego, scusa, facciamo in fretta…te lo dai domani il gel…inizio a sentire qualche dolorino.-
Sollevo Anais e la avvolgo in una coperta, lei mi dice “ma io voglio fare la nanna” e io le spiego che la farà dalla nonna.
E’
buio, piove, fa freddo. 
La portiamo da mia suocera che abita a un km da
noi. Io mi sento già male e quando arriviamo mia suocera prende la
bimba tra le sue braccia e mi chiede: ” Ma….hai già i dolori??”
Guardo l’orologio, erano le 4.40.
“Un pò…” cerco di fingere con molto ritegno…. ma dentro di me sentivo dei crampi atroci.
“Caspita, Diego, fai veloce….con Anais ci son volute 5 ore ma io 5 ore così mica le reggo”
e mi aggrappavo alla portiera stringendo i denti.

le 5.05 Arriviamo all’ospedale in venti minuti, 
mio marito centra il parcheggio più lontanto dalla porta d’ingresso.
– Scusa, ma mi prendi in giro? Facciamo presto!-
-Lo sai che è meglio se cammini, te l’han detto anche l’altra volta…-
– Quindi non prendiamo l’ascensore?-
– Ma no, dai, ti aiuto io…-
– Diego ma….io mi sento che sta per spingere…-

ore 5.10 Arriviamo al primo piano e suoniamo il campanello della sala parto.
L’ostetrica mi accoglie e mi chiede di andare in bagno e fare pipì.
– Cosa? no, ma…io non ce la posso fare davvero, lo partorisco qui…
Arriva un medico e mi guarda, scruta la mia posizione mentre cerco di camminare.
– Portatela in sala parto- ordina.
e io mi ritrovo su una poltroncina che corre spinta da due ostetriche.
-In sala parto? ma quindi sta già per nascere?-
– Eh sì, signora, venga, si sieda sulla poltrona, provi a spingere-
– CHIAMATE MIO MARITO!!!- 
è stato l’urlo che ha preceduto la prima spinta, (che mio marito si è ovviamente perso)
5.26: 
alla seconda spinta è nato Gioele,dopo un minuto già tra le braccia del papà, e io
incredula a chiedergli se davvero era il mio bambino…come poteva
essere già tra noi?

– Diego…- mi raccomando, appena è giorno chiama il ristorante, e la parrucchiera. Disdici tutto.
Per quest’anno il compleanno lo festeggio in Ospedale. 
E dall’anno prossimo mi sa che lo festeggiamo in due
Il tempo corre così veloce…Gioele oggi compie 3 anni.
Io 34, ma questa è un’altra storia…

Vi basti sapere che le ostetriche presero da parte mio marito per chiedergli se ero sempre così isterica!!!!

Cosa posso dire di lui se non che è la creatura che mi assomiglia di più,
fuori e dentro, in tutto questo Universo?
E questo mi fa paura e mi fa innamorare terribilmente di lui ogni giorno che passa….
Ruffiano, testardo, sensibile, permaloso, coccolone, pauroso, gentile, generoso, chiaccherone e…..incontrollabilmente adorabile?
Vorrei
poter restare seria quando lo sgrido e lui mi dice: 
Scusa mamma-bella,
non lo faccio più, tu sei la più bella mamma del mondo….
Vorrei
poter fermare il tempo quando mi canta una canzone che lui ha inventato
per me: 
Mamma bella tutta bella…ti voglio bene mamma bella…tanti
baci a mamma bella….
e vorrei potergli dire sempre di sì quando mi dice ogni mattina: 
Non andare a lavorare, stai sempre vicino a me…
Ma per crescere serve anche qualche no, e non avrei mai pensato fosse così difficile dirlo a qualcuno che è proprio come te.
Che
sia un bene o un male, questo ancora non lo so dire…però una cosa è
certa:
questo bimbo ha una piccola voglia di fragola sulla pelle, e io
so il perchè. e ora tutti voi.

 

E anche se non ho avuto quella torta, per sempre avrò un regalo speciale,
 il giorno del mio compleanno…..
 

Auguri ometto mio, resta sempre così dolce come sei.
e così goloso!