17 Febbraio 2015

Krapfen

By Aria

 C’era una volta un bambino, molto povero chiamato Arlecchino, che viveva
con la sua mamma in una misera casetta. Arlecchino andava a scuola e,
per carnevale, la maestra organizzò una bella festa e propose a tutti i
bambini della scuola di vestirsi in maschera. I bambini accolsero l’idea
con molto entusiasmo, parlavano dei
loro vestiti coloratissimi e bellissimi. Arlecchino, solo, in disparte,
non partecipava all’entusiasmo generale; zitto , zitto, in un angolino,
sapeva che la sua mamma era povera e non avrebbe mai potuto comprargli
un costume per quell’occasione! Ma agli altri bimbi dispiacque vedere
Arlecchino tanto triste, così ciascuno di loro decise di portargli un
pezzetto di stoffa avanzata dai loro costumi colorati. La mamma di
Arlecchino lavorò tutta la notte, cucì fra loro tutti i pezzi diversi e
ne fece un abito. Al mattino Arlecchino trovò un bellissimo abito di
colori diversi. La mattina del martedì grasso, alla festa della scuola
quando Arlecchino entrò in classe tutti lo accolsero con un fragoroso
applauso perché il suo vestito, non solo era il piu’ bello ma anche il
piu’ originale.

Oggi miei bimbi festeggeranno a Scuola, come molti altri bambini.
 Sono felicissimi, e io per loro.
I miei si vestiranno da pirati, ma potevano scegliere anchetra tra Olaf ed Elsa, principe e principessa, e via dicendo…
Hanno la fortuna di avere tante possibilità, anche se penso che le fortune vere siano soprattutto altre, e non solo quelle di avere tante cose materiali.
Ho raccontato loro questa storia, che tra l’altro ricalcava la trama di un’altra che Anais aveva per compito, per spiegare loro che è sempre più importante avere degli amici che un gioco. 
Perchè con gli amici si gioca anche senza niente.
Senza amici dopo un pò ci si stufa, anche se si hanno 1000 giochi
Inoltre, ci tenevo al fatto che conoscessero almeno Arlecchino.
Non credo che nella loro classe qualcuno si vesta da Arlecchino, ma ai miei tempi Colombina, Pulcinella e Arlecchino andavano ancora alla grande. 
E voi, da cosa vi vestivate da piccoli?
Io da fatina o principessa, è ovvio, ma questo ve l’avevo già raccontato….

Buon Martedi grasso, io ho fritto davvero tanto come tutti gli anni.

Adoro i dolci fritti e adoro viziare con essi i miei amati quando arriva il Carnevale, poi li archiviamo ed è raro che ne mangiamo ancora durante l’anno.
Ma le tradizioni vanno rispettate, e quindi oggi, Krapfen per tutti. 
Li ho visti da Stefania e da Federica e allora mi sono buttata…e ho fatto bene….
Buttatevi anche voi, che è morbidooooooo!
WOW KRAPFEN
da Bread, Cake, Doughnut & Pudding di Justin Gellatly

Ingredienti: per 20 krapfen
per l’impasto
500g di
farina forte (io ho barato, ho usato una 00)
60g di
zucchero
10g di sale
fino
150g di acqua
a temperatura ambiente
15g di
lievito di birra fresco (io 3 g di lievito di birra secco)
4 uova
scorza grattugiata
di mezzo limone (io vaniglia)
125g di burro
morbido, a temperatura ambiente
per la cottura
2 litri di
olio di semi di girasole (io olio d’oliva Dante)
per la finitura
zucchero semolato
Mettete tutti
gli ingredienti dell’impasto, burro a parte, nella ciotola dell’impastatrice.
Attaccate il
gancio a foglia e fate andare per 8 minuti a media velocità o fino a che l’impasto
si stacca dalle pareti della ciotola formando una palla.
Spegnete l’impastatrice
e fate riposare la pasta per un minuto.
Montate il
gancio a uncino e ricominciare a impastare a media velocità aggiungendo il
burro poco alla volta fino a che è tutto incorporato. Una volta fatto questo
passaggio alzate la velocità al massimo e impastate per 5 minuti, fino a che l’impasto
è lucido, liscio e molto elastico.



Lasciate l’impasto
nella ciotola, coprite con un panno umido e fate lievitare fino al raddoppio
(tra i 60 e gli 80 minuti). Passato questo tempo sgonfiate l’impasto, coprite
nuovamente con il panno e mettete in frigo 12 ore o tutta la notte.

Il giorno
dopo tirate fuori l’impasto dal frigo e dividetelo in 20 pezzi da 50g circa, formate
delle palline lisce e leggermente schiacciate e disponetele su una o più
placche coperte da quadratini di carta da forno, lasciando un po’ di spazio tra l’una e l’altra in modo
che non vengano in contatto durante la lievitazione. 

La ricetta prevede che si facciano lievitare ancora 4 ore, ma i miei dopo un’ora e mezza erano pronti.
Ho portato l’olio a temperatura e ho buttato i bomboloni con la carta, sollevandoli delicatamente, quando li girate la carta si staccherà da sola e in questo modo non li toccherete compromettendo la lievitazione.

Scolateli su carta assorbente, ma non sono per nulla unti, rotolateli nello zucchero semolato e farciteli a piacere con marmellata di albicocche o crema pasticciera.