6 Febbraio 2016

Torta chitarra in pasta di zucchero e tanti auguri a noi!

By Aria

 Mio dolce Gioele, oggi è la nostra festa.

Quasi sempre, il 6 Febbraio, nei miei ormai 37 flash di ricordi, 
è una giornata di sole, talvolta con la neve.
Solo il giorno in cui sei arrivato tu, a sorpresa, è piovuto ininterrottamente per più di 24 ore.
Ma quelle erano le lacrime di gioia che sgorgavano da lassù, dove ci sono i nostri Angeli Custodi:
 la mia mamma e il mio papà, il tuo nonno e la tua nonna materni.
Compiere gli anni insieme significa che questo giorno sarà doppiamente speciale per sempre…che ci legherà indissolubilmente, ancora di più di quanto lo siamo già, per la nostra stessa condizione di essere madre e figlio.
Il mio regalo più grande, sei stato, figlio mio. E già da subito, tra i miei mille dubbi, era chiaro che io e te eravamo due creature in simbiosi.
Stessi gusti, stesso carattere, stesse paure, stessi tratti somatici e
…stessa voglia di crescere in fretta, o forse di essere grandi di già.
Nonostante tu sia il mio secondo figlio, e di conseguenza sempre quello considerato minore, il “piccolino” di casa, il fanciullino da tenere ancora più protetto per cercare in qualche modo di fermare il tempo che vola….beh, tu hai dimostrato a tutti che no, tutto questo non faceva per te.
Tu che hai iniziato a leggere da soli a nemmeno 5 anni, che sempre a 5 sei voluto andare a scuola, che sei in prima elementare ma conosci già le tabelline,
perchè tutto quel che fa tua sorella lo vuoi e lo sai fare pure tu…
Tu che mi batti a briscola, che non giochi con i robot ma a dama e scala 40, tu che mi fai le domande esitenziali, tu che mi accompagni con la chitarra mentre canto le mie canzoni preferite, tu che vuoi cambiare canale se nei cartoni combattono o parlano del male…
 Tu mi ricordi la bambina che io sono stata, alla quale tutti dicevano
 “sei cresciuta troppo in fretta, sei più matura della tua età“.

Già, ma per me è stato un fatto di causa forza maggiore.
O forse si è davvero così: 
estremamente sensibili, moderatamente saggi e maturi anche quando si è piccoli?
Da dove viene la tua dolcezza, Gioele?
Pensavo che, essendo maschio, non ti avrei capito alla perfezione.
Temevo che, essendo il secondogenito, avrei dato meno importanza alle ormai “non più prime volte”
Immaginavo che….ma poi tu hai sconvolto ogni cosa.
Non dimenticherò che quando eri piccino non mi chiamavi solo Mamma, ma sempre Mammabella.
Non scorderò che ogni mattina quando ti svegli per prima cosa vuoi che ci abbracciamo, che stiamo insieme per un lungo minuto, tutto nostro, a stringere i nostri corpi vicini finchè i nostri cuori non si toccano, e non potrò mai e poi mai dimenticare le tue lacrime, quando mi vedi stanca o arrabbiata, e vorresti in tutti i modi consolarmi, aiutarmi, rendermi tutto più leggero.
Tu non sai che il solo squillo della tua risata mi alleggerisce l’anima, tu non sai che nei tuoi occhi io annullo ogni brutto pensiero e qualsiasi stanchezza, tu non sai che il solo chiamare il tuo nome riempie di gioia il mio essere, addolcendo come miele le ferite.
Gio-ele….non avrei potuto scegliere un nome diverso per te.
Oggi diventi un pò più grande, e si sa…ogni passo in avanti è un passo che ti allontana dal mio abbraccio e ti spinge verso quello del mondo.
Questi nostri segreti si dissolveranno lentamente
 ma resteranno indelebili nelle mie lettere, sulla tua pelle, e nella mia memoria.
E sì, ne sono certa, perchè ti conosco come le mie tasche, che anche quando sarai un ragazzo, quando sarai un uomo,  quello che adesso ci lega così fortemente ci terrà uniti al nostro essere speciali, e ogni volta che compieremo un anno in più….il nostro pensiero correrà da una direzione all’altra, andata e ritorno, a cercare quel raggio di sole che riesce a 
far sembrare Primavera il cuore ancora ghiacciato dell’Inverno.
Perchè il Sole è dentro di noi.
Ti auguro di non smarrirlo mai.
E di non cambiare, di non tentare mai di nascondere la tua dolcezza e le tue splendide debolezze per compiacere gli altri, come spesso ho tentato di fare io….
 perchè tanto non sarà possibile, e perchè è proprio ciò che ti rende meraviglioso.
Ma sbattici pure la tua testina bionda, tanto lo so che è dura…come la mia!  😉
 
Per te una torta a forma di chitarra,
per imprimere nella memoria queste sere passate a cantare e suonare assieme…

per augurarti che la musica possa salvarti sempre, come ha fatto con me.
Tanti auguri a noi!


La torta è formata da un pan di spagna di 9 uova fatto con questa ricetta
in uno stampo rettangolare di 36 x 26 cm

Su un foglio di carta della grandezza dello stampo ho disegnato la chitarra a mano libera dividendola in 3 parti: corpo, manico e parte finale e con un coltello affilato ho tagliato poi la torta una volta completamente raffreddata.
A dire il vero io l’ho preparata in anticipo, congelata e tagliata ancora congelata-


E’ bagnata con alchermes diluito con acqua calda zuccherata, e farcita con crema pasticcera e crema pasticcera al cioccolato fondente, (1  dose e mezzo) alla quale ho aggiunto alcune cucchiate di mascarpone.
Il risultato è una torta zuppa inglese 😉

E’ poi ricoperta con 1 dose di pasta di zucchero seguendo questa ricetta

 Spero tanto possa piacere al mio ometto,
vi assicuro che è molto più bella dal vivo che in foto…questa volta non posso essere modesta
ha superato le mie aspettative!!!

non vedo l’ora che Gioele soffi le sue candeline!!!