20 Maggio 2012

Chiuso per terremoto

By Aria

Queste sono le immagini che non avrei mai pensato di vedere con i miei occhi. Abito molto vicina all’epicentro e l’emozione di terrore e panico che ho provato non la scorderò più.
Siamo rientrati all’ 1 da un matrimonio, abbiamo messo i bimbi a letto e abbiamo avvertito la prima scossa. Sono scesa in strada e ho visto alcuni vicini, mi sono addormentata con fatica e sono stata svegliata poco dopo da mia figlia Anais che, con molta agitazione, ha voluto dormire nella mia stanza in un lettino che avevamo messo quando è nato Gioele in caso uno dei due si svegliasse piangendo.
Qualcosa – vi giuro – mi ha suggerito di pregare, pregare che divindendoli non facessi la scelta sbagliata, poichè la scossa mi aveva tormentata.
Poi mi sono riaddormentata profondamente.
Ci ha svegliato un boato tremendo, il mio pensiero è stato quello di correre dai bimbi.
Gioele, nel suo lettino, dormiva. L’ho preso in braccio.

Mi volto e il letto di Anais non si vede: un armadio e una scala, tanti altri oggetti gli sono caduti sora.
Mi sento morire, scavo con le mie mani insieme a mio marito, allibiti non la troviamo e mi sento impazzire.
Ecco, questa è la foto.

Nel frattempo il pavimento trema e tutto vacilla, dentro e fuori.
Stavo davvero impazzendo, quando mi viene in mente che Anais è nella mia stanza.
Confusa mi guarda assonnata.

La prende Diego di corsa, usciamo. Il pavimento al piano di sotto è una distesa di vetri e cocci, li pesto senza accorgermene, manca la luce. Corro verso la porta. In terra tutti i piatti, i bicchieri, tutto….

Da allora sempre in strada.
Paesi distrutti,privati della loro memoria storica.
Lavoro distrutto, in quanto tanti capannoni industriali ed agricoli non hanno retto.
Questa è una parte della casa dei miei suoceri, dove il fienile è collassato sopra la jeep, mio suocero aveva lì la sua officina il luogo dove spendeva più tempo al giorno dopo la campagna.

E poi le scosse: forti, continue.
Una sensazione di disagio che non abbadona, una paura profonda, mai immaginata, il terrore, il panico.
Lo stare sempre in allerta,  il non sentirsi sicuri nella propria casa.
Stanotte dormiremo in macchina.
E’ difficile mantenere la calma e non trasmettere il panico ai bambini.

                 Però ora siamo qui, e ringrazio l’angelo che ha protetto mia figlia.
Anche ora la terra sta tremando, e noi abbiamo paura.
Sono morte delle persone, questo ci addolora profondamente.
Grazie di esserci vicini, in tantissimi mi avete chiamato, scritto, pensato.
Grazie. Mi aiutate a ricostruire una parvenza di normalità