3 Maggio 2015

Tarte cioccolato e fragole: la differenza tra creare e distruggere

By Aria
Non avete idea di quanto questo Primo Maggio sia stato rigenerante per me: una giornata all’aria aperta, nella tranquillità della campagna, la griglia accesa, gli amici di sempre, tante cose buone da mangiare, buon vino, risate e…ora che siamo più “grandicelli” (ma ce ne accorgiamo solo da qualche capello bianco perchè…in fondo ci sentiamo ancora ventenni!)
 anche tanti ricordi e i saltelli dei nostri bambini, che vanno ad aggiungere un tavolo più piccino accanto al nostro abbastanza lungo!
 Cosa c’è di meglio di una giornata che inizia in tarda mattinata, con una colazione-brunch fatta di aperitivi e stuzzichini, il pranzo lento ormai alle due del pomeriggio….e il buffet di dolci a metà pomeriggio…e ancora tante chiacchiere finchè non fa buio e freddo????
Niente, non c’è niente di meglio, ne sono fermamente convinta.
Forse nei piccoli paesi si ha la fortuna di crescere insieme, di sentirsi simili nonostante qualche anno di differenza e le diverse attitudini, forse quella noia che ci accompagnava perchè le opportunità non erano poi molte ci ha dato la possibilità di inventarci noi, le nostre possibilità…
infatti, ora che ci ripenso, il 1 Maggio l’ho quasi sempre trascorso a cantare nei concerti di paese o ad ascoltare altri gruppi che suonavano…
La musica era, per noi, un modo di evadere dalla routine che in fin dei conti poi ci piaceva pure
il ritrovo sui giardini, davanti al bar, e i lunghi pomeriggi o sere a decidere cosa fare,
 e spesso a non fare poi nulla….
Forse crescere dove c’è poco, e dove ti attornia una natura monotona ma al contempo incantevole,
semina dentro te una sorta di rispetto per quella stessa terra che da tempo immemore dona sostentamento a chi è stato bambino, poi uomo, e ha dato la vita a sua volta….
le stagioni proteggono quel seme, che un giorno matura insieme all’amore per quella terra.
Quando avevo 15 anni guardavo gli adulti anche un pò “schifata”, pensavo che non mi sarei omologata, che avrei cambiato il mondo, sicuramente avrei “cambiato il mio mondo”
Ho lottato per vestirmi come volevo, atteggiarmi come volevo, soprattutto studiare quel che volevo….
Poi, terminata l’Università, ho fatto anche io i conti con la realtà.
 Ho lavorato in un ufficio come segretaria, facendo esattamente quello che mi ero ripromessa di 
NON fare mai  quando andavo al liceo!
Ho tolto l’orecchino al naso, ho smesso di tingermi i capelli, di vestirmi con pantaloni a zampa di elefante e camicie a scacchi di flanella.
Ma non l’ho fatto perchè MI SONO OMOLOGATA, no.
L’ho fatto perchè ho trovato me stessa, la mia strada.
Anzi, trovando me stessa ho smesso di omologarmi.
L’ho fatto perchè ho trovato il mio posto nel mondo “degli adulti”
ed è un posto dove ogni giorno lotto per cambiare un pò il mondo, il mio mondo, cercando di rispettare gli altri e di educare i miei figli a fare altrettanto.

Mi sono resa conto che il mondo non si divide in omologati o no (troppo semplice…e omologati a cosa, poi?), che si accettano sacrifici e compromessi (mai sleali) in nome di valori che diventano prioritari, perchè tirare avanti è piuttosto un pò più dura di
 come me lo ero immagiata sui banchi di scuola, 
e mi sono pure resa conto, con anche un pizzico di delusione,
 che certe cose sono impossibili da cambiare, forse non cambieranno mai, 
(anche se dire questo mi fa sentire piuttosto vecchia).
Non per questo, però, ho smesso di sognare.
Ma quei giovani che hanno detto che “si divertono in mezzo ai disastri”
sanno cosa vuol dire sognare?
Forse io lottavo con mezzi ai loro occhi poco efficaci, come la musica…
Non incendiavo auto né rompevo vetrine in segno di disappunto, io lottavo con la mia penna sulla carta, la chitarra tra le braccia, la mia voce nell’aria e i miei pensieri custoditi 
dentro a una testa che mi tenevo ben stretta sulle spalle.
C’è un netto confine tra il sognare un mondo diverso e non avere rispetto del mondo.
E questo non nega il diritto a manifestare per un mondo migliore.
 Quel mondo migliore, chi distrugge non lo rappresenta.
 Per un mondo migliore bisogna creare, non distruggere….ma creare e costruire
è fatica, è impegno, è  sforzo del corpo e della mente….
e soprattutto del cuore.
Tornando a ieri, per il buffet di dolci io ho scelto questa torta, vista di sfuggita su una pubblicità che passava in Facebook, liberamente modificata perchè non ricordavo le dosi ed
estremamente peccaminosa, scioglievole, cioccolatosa,
come mi aveva chiesto lei, la mia amica più preziosa,
per la quale dovrò rifarla al più presto: non ne è rimasta una briciola!!!!
Ingredienti per uno stampo rettangolare
per la base
 base: 250 gr di tarallucci (o altri biscotti secchi di qualsiasi tipo)
2-3 cucchiai di cacao
110 g di burro fuso
per la ganache
200 g di ciocco al latte
100 gr di ciocco fondente
200 g di panna
per decorare
fragole fresche
Tritare nel mixer i biscotti con il cacao, ridurli in polvere, unire il burro fuso, impastare e premere il composto nello stampo, facendolo aderire bene e compattandolo.
Posizionare lo stampo in frezeer.
Scaldare la panna in un pentolino, non farla bollire.
Versarci dentro il cioccolato spezzettato,
mescolando delictamente per farlo sciogliere completamente ed ottenendo una crema lucida
e golosa che….non dovete mangiare a cucchiaiate altrimenti non ne avrete a sufficienza!!!
Togliere la base dal frezzer e versarvi la ganache.

Lasciare raffreddare, posizionare le fragole a piacimento, e riporre in frigorifero anche tutta la notte
Tagliare con un coltello ben affilato, come quello in foto, di Fiskars,
che assicura un taglio netto e perfetto della tarte, come in foto.
Gustatevi una fetta di paradiso, e illudetevi di vivere in un mondo dove
le persone ignoranti e vuote non esistono!!!!!

 piatto e tessuti Green Gate