Sono abitudinaria, sono profondamente convinta che non mi piacciano i cambiamenti e che mi destabilizzino violentemente, ma se mi guardo indietro scopro che in realtà ho sempre avuto molto coraggio e non ho mai provato niente più di una velata nostalgia
quando ho sbattuto le ali per volare un pò più in alto, per scelta o costrizione.
C’è una cosa che amo molto, ed è pensare alle strade che ho percorso.
La strada per andare a scuola, ad esempio. O quella per andare al lavoro.
Quando andavo alle elementari condividevo il viaggio con il mio vicino Enrico.
Andavamo a scuola a piedi, soli, bambini….oggi quasi impensabile.
Una volta ero sola ed ero pure in ritardo, ho attraversato di corsa senza guardare e sono stata investita.
Quando andavo al liceo mi svegliavo prestissimo, poco dopo le sei del mattino, quando fuori faceva buio pesto e gli Inverni mi sembravano più rigidi di adesso, e al mattino al risveglio c’era la galaverna.
Andavo a piedi fino in stazione, poi prendevo il treno,
e infine la bicicletta fino all’arrivo alla mia scuola.
Le stesse tappe, per 5 interminabili anni, le stesse abitudini che amavo ed odiavo al contempo.
Poi una vacanza al mare, la mia amica che mi raggiunge in spiaggia e dalla riva mi comunica il voto dell’esame di maturità con le mani e la consapevolezza immediata che, puff, seduta sul muretto del Liceo con il mio Diario in mano non ci sarei mai più stata.
Anche per andare all’Università prendevo il treno. E in treno studiavo, scrivevo il Diario, conoscevo persone parlando con loro. Poi il tragitto a piedi per Viale Irnerio, o fino a Via Barberia, e le soste al solito bar, il bignè al cioccolato preferito tra tutti e la mensa scolastica.
La libreria al pomeriggio, il mercatino il Venerdi e il Sabato, lo studentato dove alloggiava il ragazzo che mi piaceva allora.
Tanto freddo, tanto caldo, tanta strada a piedi, tanta paura a volte, tanta solitudine, amabile e vischiosa al contempo. Il profumo delle aule, il cappuccino più amato del mondo,
gli spettacoli di teatro la sera.
Poi una corona d’alloro sul mio capo e puff, le camminate per Bologna sono diventate un lusso da concedermi molto raramente, per strade differenti, e con un altro passo.
Il mio primo lavoro è stato in un paese non troppo distante da casa. Ci andavo in macchina e nel tragitto pensavo a come volevo arredare la mia futura abitazione allora in costruzione.
Partivo con calma e rivedevo ogni giorno lo stesso film mentale…aprivo la porta e pensavo all’attaccapanni, poi al punto in cui avrei messo l’orchidea (dove tuttora è) e così via fino ad arrivare a tutte le stanze arredate a mio gusto, e giungere al parcheggio.
Poi la breve camminata lungo il viale pieno di negozi, e infine l’ufficio, la pausa pranzo con l’insalatone e il pane caldo e un giorno una telefonata improvvisa, e puff , si cambia direzione.
Non rivedi più quello che è stato il collega con cui pranzavi ogni giorno e con cui stavi otto ore di fila….
E così è la vita: un succedersi di volti, luoghi, consuetudini….strade e scale che si prendono tutti i giorni e che da un momento all’altro diventano ricordi lontani,
sospesi nel passato, ovattati nei contorni e negli odori. A volte persino imbarazzanti da rivedere.
In questo momento della vita faccio ogni giorno una strada di campagna.
Vedo aironi al bordo della strada e gazze ladre sui fili della luce.
Quest’inverno ho “adottato” sentimentalmente un falchetto.
Stava sempre vicino alla sua mamma, bellissima e fiera, da quest’autunno.
Ma una mattina, passando in automobile
ho visto le sue piume sulla strada…e lui da solo, proprio sul palo difronte.
– Dovrà affrontare l’Inverno da solo – ha sentenziato mio marito quando gliel’ho raccontato a cena.
Ogni mattina guardo in alto e spero di incontrarlo.
Si è fatto grande, un bellissimo falchetto.
Un giorno volerà via da qualche parte, o io cambierò strada, e non ci vedremo più.
Ma che bello esserci stati, in quel preciso momento e luogo, averlo vissuti a fondo, senza avere poi timore di cambiare quando il futuro ci chiama.
Ed ora una ricetta a tema..un piatto della tradizione: le lasagne appunto, che mia nonna faceva praticamente ogni Domenica e che quasi non riuscivo più a mangiare dal gran che ne ero satura.
Questa versione, nata in America e vista su molti siti stranieri, porta in tavola una versione più easy e più elegante della classica lasagna, senza toglierne il gusto.
In questa versione, quasi monoporzione, tutto diviene più semplice e ci si sente meno in colpa…anche se nulla vieta di fare il bis e anche il tris, e non solo…perchè uno tira l’altro.
Versateli, veloci, stuzzicanti, queste lasagne cupcakes possono essere presentate come entrèè, come antipasto, o come piatto in numero più consistente.
Posso essere farcite a piacere e soprattutto uniscono la croccantezza della sfoglia alla scioglievolezza vellutata della besciamella.
Passato e presente assieme, come due fiori nel ciclo continuo della vita.
Ingredienti per 12 lasagne cupcakes
lasagne (io ne ho usata mezza confezione)
200 g di ragù
funghi cotti in padella
250 g di besciamella
parmigiano reggiano
Procedimento
Ho scottato le sfoglie in acqua bollente leggermente salata e le ho scolate stendendole su un canovaccio pulito.
Ho preso uno stampo per cupcakes in silicone Pavonidea e ho ritagliato le sfoglie in quadrati per poi adagiarle sui fondi dello stampo, lasciando di proposito che sbordassero fuori gli angoli.
Ho farcito con ragù o funghi, poi un quadrettino di pasta, besciamella, ragù o funghi, pasta, un cucchiaino di besciamella e infine parmigiano grattugiato
.
Ho infornato a 200° fino a doratura.
Servire caldissime.
Il passato, ce lo portiamo dentro, per tutte le volte che ci potrà servire.
Nella prima parte del tuo racconto mi sono ritrovata, e nella seconda non tutta, perché ancora fanno i pendolari, si ritrovano i miei ragazzi che per andare all'università, fanno avanti e indietro perdendo tanto tempo solo con il trasporto. Comunque il tempo passa e con lui anche noi, ma questo è il corso della il vita e come hai detto tu, il passato lo portiamo dentro per tutte le volte che ci potrà servire. Queste lasagne sono favolose, bellissime per gli occhi e delizia per il palato.
Cara dolce Fra che bello sempre leggerti… come hai ragione la vita è un susseguirsi di cambiamenti a cui è sciocco resistere! Sarà che nella mia vita mi sono sempre sentita precaria, ma ho da subito imparato la magia della gratitudine. Sono grata alla vita per ogni istante che mi regala e come te ogni tanto mi piace voltarmi indietro e vedere la strada percorsa e nel contempo immaginare che sarà del mio futuro. Spesso inconsapevolmente siamo il frutto dei nostri desideri. Sono loro che ci guidano e ci conducono in nuovi mondi! Ti auguro un futuro ancora più radioso di ciò che ora immagini! E sono certa che ovunque andrai saprai seminare sorrisi e positività
Un grande abbraccio felice giornata
P.S. da inguaribile chiacchierona qual sono ho scordato di dirti che questa idea di presentazione delle lasagne è davvero carinissima! Brava
che bello, è vero…non avevo mai pensato a quanta strada si fa, a volte senza pensarci…percorsi, abitudini…
E' bello anche ogni tanto sperimentare strade nuove, come hai fatto tu in cucina, con questa idea di lasagna cupcake, pensa che le monoporzioni spesso le faccio pure io, ma così…beh, non ci avevo mai pensato!
Complimenti e un bacione
Quanto mi è piaciuto questo post. Leggendolo ho ripercorso un pochino anche le mie strade e i vari cambiamenti che ci sono stati durante questi anni.
Da quando ho i piccoli a scuola spesso mi ritrovo a pensare, e a raccontare anche a loro due, a quando andavo io a scuola, a piedi, con qualunque tempo, cosa che ora, hai ragione, è impensabile; e la mia scuola era pure lontanuccia. Stessi percorsi di vita, se pur diversi. Quanta nostalgia.
Molto molto bella la presentazione di queste lasagne. Un caro abbraccio.
Tesoro mi sono persa nei tuoi ricordi rivivendo i miei…come si cambia, la vita cambia, le personesono nella nostra vita all'improvviso spariscono e ne conosciamo altre ma la vita é bella anche per questo giusto:-D:-D!!?? Le tue lasagne sono una vera delizia per gli occhi, domenica le preparo anch'io!! Un bacione dolcissima Aria
Che belle che sono e' un'idea carinissima ed elegante!!! Me la segno!!! Ps . La mia crema fa la crosticina solo se la passò un pochino sotto al grill e di solito il giorno dopo faccio così,mentre appena fritte quando sono ancora caldissime non ne hanno bisogno!!! Ciao